IL SEGNALIBRO DELL’ORSO Recensioni di narrativa e poesia, di autori noti e scrittori emergenti

Paolo Orsini • apr 26, 2024

Cosa succede quando la musica finisce?

Si spalanca l’abisso.

Il nuovo romanzo mozzafiato di Daniele Locchi. 

Dalla sinossi in quarta di copertina: una scrittrice di grande successo, un pittore dotato di uno strano sesto senso, un chitarrista rock perennemente “in erba”. Tutti coinvolti in un gioco oscuro e mortale. In un mondo colpito da uno strano virus, i tre protagonisti s’incontrano per la prima volta tra loro a Marrakech per sfuggire a un drammatico destino. Sullo sfondo, i minareti del Marocco, il vento del deserto e una strada impervia che li porta dalla ordinaria vita di Firenze a una straordinaria avventura alle soglie del Sahara.

La musica è finita di Daniele Locchi è un romanzo con moltissimi personaggi, tutti molto ben tratteggiati, nessuno può considerarsi un personaggio minore ma, fra tutti, tre sono quelli ai quali sono dedicati quasi tutti i capitoli del romanzo e che, soprattutto, determinano il movimento della storia.

La prima a entrare in scena è Vivienne, scritttrice di grande successo nonostante sia nata e vissuta nella Maremma Toscana; un giorno decide di andare a Milano e, lungo l’autostrada, incontra un uomo che sa scrivere e soprattutto che è un importante editore milanese. Il romanzo inizia in media res, quando Vivienne è già scrittrice famosa e vincitrice di Premio Strega.

Il secondo a entrare in scena è Pablo, un chitarrista di una band rock emergente, un bravo ragazzo alla costante ricerca del brano di successo per uscire dalla definizione di “emergente” che ormai lo accompagna da sempre. Questo pezzo sarà inciso in una pennetta che consegnerà allo studio di registrazione ma il fonico lo respingerà perchè il brano è già stato composto quarant’anni prima.

Infine, c’è Leonardo, un pittore la cui tela è "un ponte tra il suo mondo e quello degli altri"; insegnante all’Accademia, acuto osservatore della realtà come solo i pittori possono esserlo, con una spiccata sensibilità a tal punto da trasformarsi in un sensitivo. 

La situazione che accomuna questi tre personaggi è che sono in un momento di crisi della loro vita: Vivienne è alle prese con il suo rifiuto di tagliare il romanzo come gli chiede l’editore; Pablo ha avuto la delusione che il suo brano della vita è stato già scritto da altri; il pittore sente il peso della routine delle lezioni all’Accademia e vorrebbe dare sfogo alle forti pulsioni creative della sua anima.

Vivienne, Pablo e Leonardo, che non si conoscono tra loro, si ritroveranno per pura casualità tutti quanti in Marocco. L’ambientazione della storia abbandona la tranquilla e sonnolenta Firenze per spostarsi tra le dune del deserto, nelle ville con i palmeti, nella metropoli Marrakech o nel piccolo villaggio di Taroudant. Comincia l’avventura.

Cominciano anche le riflessioni intime sulla propria vita, le domande e soprattutto la ricerca delle risposte dato che i tre personaggi principali hanno la consapevolezza di essere giunti a un punto di svolta della propria esistenza. Avvertono, con stupore e incredulità, che sono entrate in gioco forze irresistibili, che agiscono indipendentemente dalla loro volontà. Da questo momento il romanzo si tinge di una vivacità magica che si dimostra essere la peculiarità narrativa più evidente e di spessore.

Vivienne sta cercando una via di uscita dalle asfissianti pressioni dell’editor che vuole tagliare il suo romanzo; telefona al suo amico Juan, che vive a Madrid e che, con la sua vecchia moto, la raggiunge in Marocco. Qui Juan si accorge che sta accadendo qualcosa di strano, d’incomprensibile

Nel frattempo, Pablo incontra a Marrakech  un uomo con il codino, che ha un grande ascendente su di lui e lo convince a seguirlo per soddisfare il suo grande desiderio di diventare una rockstar famosa. Pablo segue l’uomo con il codino fino a prendere alloggio in una stanza che non si capisce bene se sia una clinica o una prigione ed è sottoposto a trattamenti clinici; ha sempre una flebo nel braccio che gli inietta qualcosa di sconosciuto nel sangue. Pablo vorrebbe fuggire ma non può, non ne ha la forza, né la volontà perché questa è completamente manipolata dalla bellissima infermiera Desireé. Pablo ha la certezza che Desireé sarà la sua salvezza, ma non riesce a immaginare in quale modo.

In questo misterioso posto, Pablo ha delle lunghe conversazioni con sua madre Orchidea, ma la cosa strana è che la mamma è morta. Pablo le chiede in continuazione che gli riveli il segreto che ha desiderato conoscere per tutta la vita. Orchidea parla di se stessa, di quando dalla Spagna giunse in Italia e conobbe un ragazzo che gli aveva detto di essere il figlio di un ricco industriale, ma che le aveva taciuto il fatto di essere un terrorista delle Brigate Rosse. Quando Orchidea lo scopre è ormai irrimediabilmente innamorata.

Intanto Vivienne ha preso alloggio con Juan in un vecchio riad nella piccola città di Taroudant, affollata da pochi turisti, il cui gestore è Domenico, un napoletano di Cava dei Tirreni. Dopo poco tempo Juan scompare senza lasciare tracce. Vivienne è preoccupata e farà di tutto per ritrovare il suo amico, ma la ricerca la porterà a incontrare persone e a vedere cose che non soltanto la sconvolgeranno, ma saranno determinanti per il resto della sua vita.

Il pittore Leonardo non è uscito di scena, tutt’altro. Sua nipote Alessandra è scomparsa. Leonardo e suo fratello Davide, il padre di Alessandra, sono convinti che sia stata rapita; si mettono alla ricerca, dapprima in Spagna, poi in Marocco perché la polizia ha riferito di essere stata ripresa da una telecamera di sicurezza insieme a un uomo sui cinquant’anni con i capelli lunghi raccolti da un codino. Alla fine Leonardo riesce a ritrovare sua figlia Alessandra: si trova una grande villa di Marrakech immersa in un rigoglioso palmeto. Alessandra spiega al padre e allo zio che non è stata rapita, ma ha seguito l’uomo perché innamorata e soprattutto perché vuole fare parte del “grande progetto”.

Vivienne per cercare Juan ne combina di tutti i colori e si ritrova anche nei guai con la polizia. Ha un’unica possibilità per evitare di finire in galera, quella di rifugiarsi in questa villa con il palmeto a Marrakech. Si sistema in una delle numerose stanze che devono essere occupate prevalentemente da musicisti perché si sente suonare in continuazione. Vivienne mentre è nella stanza vede aprirsi improvvisamente la porta della camera e si trova di fronte Alessandra, la figlia di Leonardo. Le due donne non si conoscono, ma Alessandra metterà Vivienne a conoscenza del “grande progetto”.

La scoperta più sconcertante per Vivienne sarà relativa all’uomo con il codino: “Adesso ti fai chiamare Kamal. Ma sono sicura che non è il tuo nome. Non so come ti chiami, ma sono certa che non è Kamal. È una cosa strana. Come se lo avessi saputo e adesso me ne fossi dimenticata”.  Da questo momento le numerose tessere del complicato puzzle andranno tutte al loro posto. Il finale ci riserverà molte sorprese. Quest'ultimo romanzo di Daniele Locchi ci tiene davvero attaccati alle pagine del libro fino alla fine. Lettura consigliata.

Le foto relative alla presentazione del romanzo La musica è finita sono state scattate nel salone della Academy F di Gianluca Sasso. Conduttore dell'evento l'attore Daniele Locchi. Le performance musicali sono di Stefano Corsi (chitarra elettrica) e Paolo Lamuraglia (arpa celtica); l’excursus musicale sul rock anni Settanta è di Richard Thomas Hutton e Andrea Checcucci. Le letture sono a cura degli attori allievi del corso avanzato di teatro Stefania Grezio, Manola Mannucci, Amerigo Marchesini, Maurizio Pollastri, Lorenzo Cardile, allievi del corso del Teatro del Legame e con la partecipazione straordinaria dell'attrice Claudia Piccini.

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L’esposizione prende avvio dalla presenza nelle collezioni dei Musei Civici Fiorentini del capolavoro futurista Nitrito in velocità (1932), normalmente esposto al Museo del Novecento. Il dipinto fu donato dall’ingegnere navale Alberto Della Ragione al Comune di Firenze all’indomani della terribile alluvione del 1966, insieme ad altre 240 opere della sua celebre collezione. L’opera, rivelatrice di un’apertura di Della Ragione alle sperimentazioni delle avanguardie, si offre come pretesto per presentare al pubblico fiorentino la produzione e l’innovazione del maestro trentino all’interno del palazzo dove i Medici ospitarono nel XV secolo gli innovatori del proprio tempo.
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