BIBLIOTECA COMUNALE DI VILLA BANDINI FIRENZE Presentazione dell'antologia di racconti SCINTILLE DI OSCURITA'

Paolo Orsini • 4 dicembre 2022

Venerdì 2 dicembre alle ore 17.00 nella Sala Paradiso della Biblioteca Comunale di Villa Bandini a Firenze ho avuto l’onore di presentare la mia ultima antologia di racconti SCINTILLE DI OSCURITÀ avvalendomi della collaborazione di Eva Tonietti che ha moderato la presentazione e dell’attrice Linda Luzzi che ha letto alcuni brani.

Perché Scintille di oscurità? Un po’ perché mi piace letterariamente giocare con gli ossimori, un racconto è intitolato Convergenze divergenti; soprattutto perché tutte le mie storie partono da una da una situazione oscura di crisi, da una negatività che avvolge e cristallizza la vita dei miei personaggi. Poi, all’improvviso, scocca la scintilla, il cui innesco può essere stato il caso, o la volontà di riscatto, o la fortuna che passa proprio in quel momento. Alcuni personaggi restano inchiodati al loro passato, non si avvedono della buona sorte che li ha sfiorati, hanno timore del cambiamento e restano prigionieri del loro presente insoddisfacente, ma rassicurante. Altri personaggi, invece, consapevoli dello stato di oscurità che li avvolge, desiderosi di cambiamento, approfittano della scintilla loro capitata per cambiare la vita, in una sorta di rivincita che li fa rinascere migliori e orientati al futuro

Questa nuova antologia raccoglie alcuni racconti che ho scritto tra il 2017 e il 2018 e che avevo pubblicato con il titolo La grande rivelazione. Ho deciso di rivederli, correggerli, ampliarli e farne una nuova edizione, con l’aggiunta di nuovi racconti, perché le tematiche che erano attuali in quegli anni, oggi lo sono ancora di più. Secondo le indagini demoscopiche fatte tra il 2017 e il 2018 emergeva che buona parte della società italiana si sentiva inchiodata in una disincantata sfiducia verso il futuro visto carico di ingiustizie, di precarietà, di disuguaglianze sociali. Oppure, percepiva l’ansia derivante da alcune paure, reali o soltanto percepite, paure che sono impersonificate dal panfobico personaggio del racconto Il giardino delle rose. In questo racconto, ideato nel 2017 ho volutamente esagerato, per fare dell’ironia, la quantità e soprattutto la gravita di queste angosce. Purtroppo, oggi, dopo il periodo della pandemia e con la guerra in Ucraina, quel racconto è stato incredibilmente profetico, anche se avrei voluto, con tutto il cuore, essermi sbagliato sulle mie previsioni. Sarebbe stato bello rimanere nel piano dell’invenzione letteraria, nel registro comico e surreale, ma la realtà ha purtroppo superato la fantasia.

Sono molto grato a Eva Tonietti, che cura la serie d’incontri ARTISTIcaMENTE tenuti periodicamente alla Biblioteca Comunale di Villa Bandini. È andata in profondità con le domande per scoprire gli spunti autobiografici, ha reso evidenti i temi e le problematiche alla base delle storie, ha messo in risalto le mie influenze letterarie (quella del mio maestro Stefano Benni è evidente, a cui devo la cifra stilistica e l’amore per l’ironia), ha moderato l’incontro con competenza e eleganza.

Scintille di oscurità raccoglie 15 racconti di vario genere letterario, dal comico al drammatico, dal romantico all’erotico, dal surreale all’impegnato su un tema civile di una certa importanza, dal fantastico al soprannaturale. Insomma, un bel minestrone con molti ingredienti diversi ma sapientemente amalgamati da un unico filo conduttore, quello della rivincita, del riscatto, del desiderio di lasciarsi alle spalle il disincanto o l’ingiustizia.

Il racconto, a differenza del romanzo, permette questo continuo oscillare tra un genere e l’altro, i cambiamenti di registri lessicali, è più adatto a riportare l’immediata emozione dell’autore percepita nel momento dell’ideazione del testo. E queste emozioni non sono sempre le stesse, anzi variano di continuo: ognuno di noi non si sente mai allo stesso modo, l’umore cambia, le prospettive variano, i desideri si accendono e poi si spengono. Non so se sono riuscito a trasmettere sulla carta questi sentimenti, queste sensazioni, però ci ho provato e già il fatto di cimentarmi in questo sforzo mi riempie di gioia e di soddisfazione.

Leggere e interpretare questi racconti, proprio per la loro diversità di genere e di registro narrativo non credo sia cosa facile. Linda Luzzi, attrice professionista di teatro e di televisione, che per amicizia ha risposto al mio invito senza pretendere nulla in cambio, se non un sincero e affettuoso abbraccio, è riuscita perfettamente nell’intento, vista la partecipazione e l’attenzione del pubblico durante le sue letture. Riconosco che un testo, quando è letto e interpretato da un professionista, assume un valore e un’attrazione molto maggiore, per questo sono molto grato a Linda per la sua partecipazione.

Altri racconti sono stati pensati e realizzati per esaltare l’ironia con la leggerezza del registro comico. È il caso de La finestra aperta, che racconta cosa può succedere durante una notte di afa estiva in un popolare rione fiorentino come quello di San Frediano, dove abito da oltre vent’anni. Oppure, cosa può succedere durante un Capodanno persiano, quando la festa può degenerare per uno scontro di culture tra i componenti della famiglia. E chissà cosa succederà al Gentile ospite che ha la sventura di prendere una camera in un albergo dove c’è un particolare cartello di “avvertenze” attaccato sulla porta della camera.

L’ironia è comunque sempre presente, in forme più o meno spiccate, in quasi tutti i racconti, perché credo che il modo migliore di trattare tematiche drammatiche e impegnative sia quello della leggerezza e della semplicità. In alcuni racconti non ho potuto scherzare, perché i temi toccano sensibilità delicate e sarebbe stato irrispettoso per chi, magari, ha avuto la sventura di un approccio drammatico di quel tipo. È il caso de Il gemito dell’orchidea che tocca il tema dell’aborto, o di Un penny per i tuoi pensieri che parla di solitudine e di suicidio, in questi racconti il genere surreale ha stemperato la drammaticità della storia, riportando il respiro del racconto a una frequenza meno alterata.

Che cosa c’è di autobiografico in questi racconti? In quello sull’aborto, per evidenti ragioni, non c’è l’esperienza personale ma soltanto quella riportata da chi lo ha vissuto; in tutte le altre storie gli spunti autobiografici sono moltissimi. Ho voluto però rimanere fedele al registro narrativo, lasciarmi trasportare dalla fantasia, tentare di non scadere mai nell’autobiografismo che non sarebbe interessato a nessuno. Così i personali ricordi, le esperienze vissute, i sentimenti e le emozioni provate si sono dilatati, trasformati, modificati seguendo un percorso puramente narrativo. In molte storie mi sono lasciato trascinare dal piacere di essere guidato dalla fantasia, ho percorso strade e sono giunto a traguardi che, all’inizio della storia, non avevo minimamente immaginato. Credo che questo sia uno dei piaceri più sottili e intriganti che ti concede la scrittura, il gusto di lasciarsi inghiottire dalle storie, comandare dai personaggi con la loro vita propria, autonoma da quella dell’autore.

Ho scritto quindi per il piacere di scrivere, ma ho voluto anche mantenermi fedele a una tematica di base che accomuna tutte le storie: quella che ognuno di noi è padrone del proprio destino, nel bene o nel male, di solito inestricabilmente combinati insieme. Occorre essere in grado di riconoscere e approfittare di quelle rare scintille che qualche volta investono la nostra esistenza e avere così l’opportunità di incendiare la vita di rinnovato entusiasmo e di felicità.

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