La mostra MESSAGGERE nelle sale del primo piano del MUSEO NOVECENTO di Firenze
In un’epoca così complessa, drammatica e distruttiva può l’arte essere concepita come una pratica spirituale?

L’arte può liberare il desiderio di sognare, evoca delle visioni, può trasmettere un messaggio. Una specie di “spiritualità pratica” che non è un ossimoro ma una forza interiore che può creare spazi di pensiero che possono sfociare in comportamenti pratici di resistenza e di confronto in un periodo storico particolarmente difficile come quello attuale.





Le artiste che si sono cimentate in questo approccio originale sono una nuova generazione: Chiara Baima Poma (1990, Cuorgnè, Torino), Fatima Bianchi (Como, 1981), Lucia Cantò (Pescara, 1995), e Parul B. Thacker (Mumbai, 1973).

PARUL THACKER Portal - materiali vari 2018-2024

In una società ossessionata dal profitto, dall’efficienza, dal successo invitano lo spettatore a soffermarsi sui movimenti più intimi dell’animo umano. Presentando certezze e mettendole in discussione, nel tentativo di sgretolare il pensiero dominante, cercano di indicare strade diverse di approccio ai nostri convenzionali modi di interpretare il mondo.

CHIARA BAIMA POMA Dieuredieuf Serigne Touba - collage, 2024

Le artiste, diverse per provenienza, formazione e modalità espressive, sono accomunate da una ricerca che attinge ai sentimenti più profondi del genere umano e sembra esprimere interesse per tematiche legate alla spiritualità.







Attraverso opere di recente produzione e interventi site-specific ideati appositamente per il Museo Novecento, la mostra consentirà di condurre un’indagine sul rapporto tra arte e spiritualità, istituendo un inedito dialogo tra pratiche molto distanti tra loro.



CHIARA BAIMA POMA Touba - collage, 2024

In contemporanea con la retrospettiva di Marion Baruch, la mostra Messaggere si trova nelle sale del primo piano del Museo Novecento e lungo il Loggiato. Le artiste sono tutte diverse per provenienza, cultura, formazione e modalità espressiva, ma sono accomunate dal desiderio di toccare le corde più intime dello spettatore. Se ci sono riuscite non possiamo dirlo a priori se non visitando la mostra, ognuno avrà le risposte emotive e intime proprie.

In un’epoca così complessa, drammatica e distruttiva può l’arte essere concepita come una pratica spirituale? Questa è la domanda che si sono poste le organizzatrici della mostra MESSAGGERE al Museo Novecento fino all’8 giugno.