La mostra PRERAFFAELLITI. RINASCIMENTO MODERNO al Museo Civico di Forlì

Paolo Orsini • mag 07, 2024

Dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 si tiene al Museo Civico San Domenico di Forlì la mostra "Preraffaelliti. Rinascimento moderno". Più di trecento opere, dipinti e sculture ma anche oggettistica, per raccontare la Confraternita dei Preraffaelliti e gli antichi maestri italiani che li hanno ispirati.

Preraffaelliti, quel gruppo di artisti che, a metà del XIX Secolo, ha saputo compiere un’autentica rivoluzione nell’Inghilterra vittoriana. La peculiarità della mostra di Forlì è che per la prima volta i dipinti ottocenteschi vengono accostati a quelli degli “Old Master” italiani che hanno rappresentato i loro espliciti modelli.

La Confraternita dei Preraffaelliti elesse come riferimenti assoluti i capolavori italiani del Medioevo e del primo Rinascimento. L’esposizione del Museo Civico San Domenico di Forlì ha raccolto una quarantina di opere antiche, dai lavori di Cimabue, Giotto, Simone Martini, e poi di di Guariento, Beato Angelico, Botticelli, uno degli artisti più amati dal Preraffaelliti. 

Questi artisti non sono persone ordinarie, di quelle che trasformano un sentimento profondo in una ballata ingenua e attraente. Non vanno dalla natura all'arte, ma nella direzione opposta. Spesso hanno saputo vedere candele di cera riflessi in uno specchio veneziano, come stelle su un lago immobile. Ugo von, Hofmannsthal, 1893.

Anche i pittori veneti come Giorgione, Tiziano, Veronese, Palma il Vecchio sono modelli di riferimento che hanno ispirato i canoni della bellezza femminile preraffaellita. Quelle donne dalle belle chiome, riprese spesso in primo piano, sono “figlie” di Tiziano e di Palma il Vecchio.

L’adozione di questi modelli artistici di riferimento avvenne, in Gran Bretagna, grazie soprattutto allo scrittore e pittore John Ruskin, che li divulgò per mezzo di testi e illustrazioni e attraverso i suoi acquarelli, ma soprattutto grazie al successo dei suoi libri, “Le pietre di Venezia” e “Mattinate fiorentine”. 

Sono convinto che quel genere di sensibilità che ci consente la percezione del colore e della forma sia intimamente connessa con una più alta sensibilità che siamo soliti riverire come la sorgente stessa della poesia, dell’amore. John Ruskin, Modern Painters 1843

Sull’esempio di Ruskin, alcuni degli esponenti della Confraternita dei Preraffaelliti viaggiarono in Italia per studiare i capolavori del passato, e in particolare Burne Jones che soggiornò varie volte in Italia, mentre Rossetti, nonostante le sue origini italiane, non vi mise mai piede.

Il viaggio in Italia non era tuttavia l’unico metodo per studiare gli “Early Italian Painter”. In quegli anni in Inghilterra arrivarono sul mercato gran quantità di opere che furono acquistate in massa dagli appassionati d’arte inglesi, dando luogo a collezioni straordinarie. Nacque in questo periodo la prima comunità museale di Londra, che poi diventerà la National Gallery.

Le prime sale della mostra sono dedicate agli Old Master, le opere realizzate prima di Raffaello, che, come detto, fecero una profonda impressione negli artisti inglesi e un focus su John Ruskin, che ebbe grande importanza per lo sviluppo del movimento.

Le sale successive sono relative alla nascita della "Pre-Raphaelite Brotherhood", la fase fondativa, trainata da Dante Gabriel Rossetti, con esempi significativi, come i primi studi su Dante Alighieri dello stesso Rossetti, in particolare l’incontro tra Dante e Beatrice e l’interesse per la Vita Nova, la produzione di prose e sonetti giovanili. 

La figura della donna è stata uno dei cardini della pittura preraffaellita. Sono ben note le vicende, anche tragiche, del rapporto tra Dante Gabriel Rossetti e le sue modelle, a cominciare dalla moglie Elizabeth Eleanor Siddall (che fu anche poetessa e pittrice, unica donna a esporre in una mostra dei Preraffaelliti nel 1857). Altre figure femminili significative sono Fanny Cornforth e Jane Morris, consorte di William, riconoscibile nel pastello “La donna alla finestra”. 

Le donne non si limitarono al ruolo di muse ispiratrici o modelle dei pittori preraffaelliti. Alcune di loro, ebbero un ruolo attivo nello sviluppo della Confraternita. Tra tutte, spicca la sorella di Dante Gabriel, Christina Rossetti, poetessa rinomata e voce importante della cultura inglese.

In mostra si possono ammirare anche altre esponenti di quella che si sta oggi delineando come una “Sisterhood”, come Evelyn De Morgan, presente con Flora, splendida reinvenzione dell’allegoria di Botticelli, o ancora come Maria Eufrosyne Spartali Stillman e May Louise Greville Cooksey.

da sinistra: DANTE GABRIEL ROSSETTI Louisa Ruth Herbert (1858); DANTE GABRIEL ROSSETTI La vedova romana (1874)

Non soltanto Dante, ma anche il Boccaccio, a dimostrazione di quanto fossero importanti anche le fonti letterarie italiane, ha ispirato William Holman Hunt che in suo dipinto raffigura Isabella e il vaso di basilico, una rivisitazione poetica di John Keats basata sulla novella di Boccaccio. 

Il percorso museale prosegue con il secondo Preraffaellismo, basato sul sodalizio tra Rossetti, Edward Burne-Jones e William Morris, che diede il via al movimento Arts and Craft, il cui stile influenzò per decenni l’estetica inglese, fino all’inizio del Novecento. 

Si facevano chiamare Preraffaelliti; non che imitassero i maestri italiani prerinascimentali, ma nel loro lavoro, in contrapposizione alle facili astrazioni di Raffaello, trovavano un più forte realismo immaginativo, un più attento realismo tecnico. Oscar Wilde, 1882.

La mostra accoglie opere anche cronologicamente lontane dal momento fondante e di diverse ispirazioni: Frederic Leighton, ad esempio, prese a modello anche Michelangelo e addirittura Guido Reni, mentre George Frederic Watts è al centro della sezione dedicata al “venetismo”. 

Da non sottovalutare anche l’importante ruolo sostenuto dagli inglesi che abitavano a Firenze, che inviavano in patria fotografie o copie fatte da loro stessi delle opere d’arte dei musei fiorentini o delle collezioni private nelle ville. Alcuni erano anche collezionisti, mediatori e mercanti e per loro tramite arrivarono in Inghilterra materiali eccezionali. 

Le sale conclusive della mostra sono dedicate ai artisti italiani. Anche in Italia, infatti, si diffuse un’attrazione artistica verso le opere medievali o rinascimentali, ad esempio da parte di Giuseppe Cellini, Guido Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis. 

Tutti questi artisti italiani negli anni seguenti confluirono nel movimento del Simbolismo prima e in quello dell’Art Nouveau dopo, determinando il lento ma inesorabile declino del Preraffaellismo.

Le foto della mostra Preraffaelliti. Rinascimento Moderno al Museo Civico di Forlì

sono della digital artist Helene Weifner

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